Ogni nuova fase della mia vita è nata per gioco o per coincidenza, quella del Manuia è durata 20 splendidi anni.
Durante il periodo “cinematografico” fine anni 60, amavo frequentare le genuine osterie con cucina romana di Trastevere; all’epoca ce n’erano molte, e un giorno “er Sor Lorenzo”, proprietario di quella in Vicolo del Cinque 56 mi propose di rilevare la sua attività visto che si ritirava in pensione. Per coincidenza, o per gioco, o semplicemente per avventurarmi in una nuova sfida accettai, e la vecchia malridotta trattoria, dopo un lungo restauro, divenne il Ristorante Manuia. Coinvolsi mia sorella Lolli, mio fratello Tony, la mia compagna Helène chiamata Manuia in polinesiano (da qui il nome del locale) e lo chef francese Jean-Jacques.
Fu successo dal primo giorno. I vari personaggi famosi che lo frequentavano, la particolare cucina internazionale di base italiana e francese e il nuovo tipo di gestione stile familiare, sono stati i giusti ingredienti per renderlo famoso.
Inizialmente avevamo una sola sala ristorante con circa 80 coperti, poi in secondo tempo si liberò un locale attiguo comunicante che divenne Bar con musica dal vivo.
Il MANUIA per venti anni è stato il punto di incontro e di riferimento del mondo dello spettacolo, della moda e della musica.
Il MANUIA per venti anni è stato il punto di incontro e di riferimento del mondo dello spettacolo, della moda e della musica.
Io ho avuto il piacere di andarci una volta quando ero di passaggio a Roma! ed è stata una serata indimenticabile!
Raccontala e nei dettagli
Good
ok
Ciao Sandro,
ho frequentato tantissimo in quel periodo il bar, mi ricordo di Jim Porto Gianluc ( il pilota) alla batteria, Mauro Dolce al basso Michele Ascolese alla chitarra… ma anche Roberto Gatto, Marco Fratini, Francesco Puglisi, e poi ho visto passare di lì molti altri grandi musicisti come Chet Baker. Ricordo che la notte ci dovevi buttare fuori e noi restavamo li a parlare aspettando i primi cornetti caldi del laboratorio li affianco, se c’era un pallone poi…
Insomma tanta roba veramente …. e poi Roma in quel periodo era un crogiolo di ottima musica (Musica) e Roma stessa era molto più bella di adesso. Io sono andato via da Roma dopo 60 anni e (guarda caso) sono venuto ad abitare nello stesso comune dove abitano Michele e Giampaolo Ascolese. Nei prossimi giorni ordinerò il libro non posso perdermelo.
Un saluto
Jim Porto era incredibile. Cantava “Sina” meglio di Djavan. Locale pazzesco. Era come stare in famiglia. Mi ricordo Falcao estasiato nell’ascoltare lo stesso Djavan. Tempi pazzeschi