BIA E LE SUE AVVENTURE

Ho scritto il mio primo libro “MANUIA” per raccontare un po’ di me, del mio locale e di un ventennio romano, ricco di personaggi storici, di Roma intrigante e in particolare del quartiere Trastevere, quando era ancora dei romani; poi mi sono accorto di averci preso gusto, ma dato che non sono uno scrittore professionista, ho voluto scegliere un tema facile, abbordabile, familiare e la scelta è arrivata senza fare nessuno sforzo: mettere su carta le storie che raccontavo alle mie tre figlie Olivia, Elisa e Marina quando erano piccole. Brevi racconti per bambini e visto che conoscevo solo la favola di Cappuccetto Rosso, ma ero dotato di molta ispirazione, approfittai per dare spazio alla mia fantasia inventandone di nuove. I temi erano sempre i più svariati, ed ora malgrado sia passato molto tempo, tutto mi fa pensare che sono ancora molto attuali e tutti ruotano intorno alla protagonista di nome Bia.

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Bia è una ragazzina intelligente e impertinente, ma con una grande bontà d’anima ed uno sguardo aperto sugli altri, capace di essere figlia ed amica sincera, è tra quelli che più affascinano il mondo dei più giovani, ma che interessa anche la vasta schiera degli adulti. Vive con il suo papà, Luca, la mamma è morta quando la piccola era in tenera età e lei ne coltiva il ricordo grazie all’attenta presenza del suo papà. Sono brevi racconti in cui la vivace Bia si trova ad affrontare diverse esperienze della vita, da eventi tipici della sua età ad argomenti più delicati e complessi.

Bia e il grande uomo delle nevi

Bia e il suo papà Luca vivono in un piccolo appartamento a Gradoli. Bia ha appena nove anni ed è una bambina piena di energie. Quando, a scuola, sente alcuni ragazzi parlare dell’apertura di una palestra – la Montagnola – che propone una nuova attività, decide subito di andare a vedere di cosa si tratta, nonostante i suoi amici Flavio e Paolo si ostinino a dire che si tratta di uno sport da maschi. Alla Montagnola trova una parete altissima con degli spuntoni cui aggrapparsi per salire: ecco che l’arrampicata diventa la sua attività preferita. Non solo Bia si muove con agilità ma lo sport la appassiona talmente tanto che convince il suo papà ad approfittare di ogni fine settimana per andare alla ricerca di nuove montagne da scalare. Un giorno, incontra Piero e Giovanna e loro le parlano di Belpino: un luogo incantato, dal panorama mozzafiato e circondato da una montagna meravigliosa, che, però, i due non hanno scalato per via di una strana maledizione. Affascinata e per niente intimorita, Bia convince Luca ad andare a Belpino e sfatano la leggenda creata attorno ad un uomo gentile ma un po’ trasandato, che aveva scelto di vivere in montagna, lontano dalla società: tra loro ci sarà amicizia e stima vera, scontrandosi col pregiudizio delle persone.

Bia e il bullo

Nel secondo racconto la troviamo alle prese con un episodio di bullismo, che si muove tra la scuola ed il gruppo di amici. Tra i tanti conoscenti, Bia ha due grandi amiche: Marina ed Elisa. Negli ultimi tempi, però, il comportamento di Marina è cambiato e non è più la solita bambina allegra e sorridente. Solo dopo un’attenta ricerca, Bia scopre che Marina è vittima di bullismo da parte di un compagno di scuola e…. deve aiutarla.   Bia, con una grande maturità, affronterà la situazione, con il sostegno del suo immancabile papà, riuscendo a tirar fuori dal baratro sia l’amica bullizzata che il bullo anch’egli, a causa di difficoltà familiari, bisognoso di aiuto

Bia e il compagno ideale

Il libro racconta la storia di un’amicizia forte con un cagnolino abbandonato perché la sua padrona è finita in ospedale per il Covid. Ciò che trapela dalle pagine è la complicità silente tra Bia e il suo papà e l’amore, mai abbastanza ricambiato, dell’animale per lei. Il lieto fine è dietro l’angolo, quando Marisa, la sua padrona, guarirà e potrà lasciare l’ospedale e Fantino potrà tornare a casa. Ma Bia, presto potrà avere anche lei un nuovo cucciolo da amare. La storia, semplice e accattivante, scorre lungo le pieghe dell’attualità sociale e sanitaria, che fa emergere in maniera più forte i valori della solidarietà.

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 I temi del sociale sono quindi lo sfondo della narrazione. L’esposizione è semplice, il linguaggio essenziale e insieme avvincente, affrontando alcune delle grandi tematiche dell’esistenza e del mondo giovanile con leggerezza e senza calcare la mano, ma stagliando in maniera netta i confini tra ciò che è un comportamento corretto e le condotte degeneri. Si tratta di aspetti che il giovane adolescente (potenziale lettore delle mie storie) affronta per la prima volta, in quella che è l’età degli ardori giovanili e delle grandi passioni. E nel testo, nel racconto avvincente, il giovane che si appresta a diventare adulto potrà trovare spunti e riferimenti per la sua crescita motivazionale.